- La calotta è in materiale polimerico, che con l'avanzare del tempo perde di elasticità e diviene sempre più rigida e fragila. Essendo stato quel casco (FM) imballato sino ad ora, ovviamente si è conservato bene, ma comunque è verso fine vita.
- Le case costruttrici stanno destinano ingenti risorse in R&S, in dieci anni si hanno avuti progressi sensibili.
- L'omologazione europea è differente da quella giapponese, che a sua volta è diversa da quella americana. Non vi è ancora unanimità sul metodo migliore di collaudo.
- La filosofia costruttiva europea privilegia l'assorbimento del primo urto ed è più indicata per la circolazione stradale. Quella giapponese al contrario ha una calotta più rigida che resiste a più impatti, però trasmette maggiore forza al cranio.
- La calotta dei caschi compositi viene ancora realizzata a mano. Quindi è importante DOVE viene realizzato il prodotto. Addirittura sugli Shoei, sotto le protezioni di "polistirolo", vi è la firma dell'artigiano che l'ha realizzata.
- La maggiore concorrenza ha portato le aziende a delocalizzare la produzione dei caschi di fascia medio-bassa in paesi dove la manodopera è a basso prezzo.
Un buon vecchio casco è un buon vecchio casco, ma non comparabile con i buoni caschi di oggi.
Purtroppo i buoni caschi costano parecchio, ma non solo a causa della grafica e del "marchio".
PS= usare detergenti (vetril, Ajax, ...) per pulire la visiera assicura un'ottima pulizia, ma la rende fragile. Quindi aumenta la probabilità che in caso di urto essa si fratturi e non protegga gli occhi.