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Gran Premio Delle Nazioni, 20 Maggio 1973

pasolini paso saarinen

14 risposte a questa discussione

#1 castigamatti

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Inviato 20 May 2013 - 19:25


Citazione

Renzo Pasolini detto Paso (Rimini, 18 luglio 1938 – Monza, 20 maggio 1973) è stato un pilota motociclistico italiano.
Il suo modo di correre entusiasmò le folle, il suo motto poteva riassumersi in "tutto e subito", uno di quei piloti che non facevano calcoli, o sul podio o in terra. Il pubblico degli appassionati fu diviso in quegli anni dal dualismo con Giacomo Agostini che vinse moltissimo. Pasolini invece, anche per il suo modo di correre e l'eccesso di agonismo, fu accompagnato da alcune vicende sfortunate che non gli permisero di vincere il mondiale, ma gli riservano tuttora un posto nel cuore di molti tifosi.

Fonte: Wikipedia.org (http://it.wikipedia..../Renzo_Pasolini)

Citazione

Jarno Karl Keimo Saarinen (Turku, 11 dicembre 1945 – Monza, 20 maggio 1973) è stato un pilota motociclistico finlandese.
[...]Saarinen fu il primo pilota ad adottare lo stile di guida che fa sporgere il ginocchio all'interno della curva percorsa. Lo stesso Kenny Roberts osservò e perfezionò questo stile di guida che venne adottato poi universalmente nel mondo delle gare di velocità.
Detiene, assieme a Max Biaggi, il record di vittoria nella gara d'esordio nella classe 500.

Fonte: Wikipedia.org (http://it.wikipedia..../Jarno_Saarinen)

Messaggio modificato da castigamatti il 20 May 2013 - 19:26

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#2 Denny46

    Mitomane Tosto

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Inviato 20 May 2013 - 22:09

due piloti formidabili....

#3 ataru 7

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Inviato 22 June 2013 - 18:12

Storia, una tragedia che ha segnato un'epoca...
Che campioni!
Non tutti sanno che Jarno ha il record di aver esordito in 500 con una vittoria (impresa poi riuscita anche a Biaggi)

#4 castigamatti

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Inviato 20 May 2014 - 21:46


Sono 31 anni dalla loro morte.
Riposino in pace.

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#5 de laval

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Inviato 28 May 2014 - 17:45

Sono stato tifoso di Jarno fin dalle sue prime apparizioni nel CONTINENTAL CIRCUS (all'epoca si chiamava cosi' il motomondiale).Sicuramente é stato uno dei piu' grandi di tutti i tempi......Mia figlia si chiama SOILI in suo ricordo! E' bello sapere che a distanza di tanti anni viene ancora ricordato.

Messaggio modificato da de laval il 28 May 2014 - 17:47


#6 de laval

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Inviato 29 May 2014 - 10:25

L' ANNIVERSARIO / Il 20 maggio ' 73 a Monza il tragico incidente in cui persero la vita Saarinen e Pasolini, campioni d' un motociclismo all' antica

«Ecco come morirono Jarno e Renzo in quella curva»

L' ex meccanico del finlandese cerca di ricostruire i minuti fatali «A quei tempi c' erano pochi soldi, i piloti e le corse erano molto diversi»


«Alle 15.05 di domenica 20 maggio ' 73 decisi di chiudere con le corse. Era appena morto Jarno Saarinen e giurai a me stesso che non avrei mai più rimesso piede in un circuito. Tutto era finito, tutto si era compiuto ed era finito nel modo peggiore. Con una doppia tragedia. Soltanto la Yamaha mi convinse a lavorare in pista fino alla fine della stagione con Tepi Lansivuori, che di Jarno era l' amico-pilota di Jarno. Ma niente fu più come prima». Il racconto è di Ferry Browuer, olandese, 54 anni. Nel ' 73 era il meccanico di Jarno Saarinen, il pilota finlandese, morto sulla pista di Monza, in una domenica di trent' anni fa, insieme con Renzo Pasolini. Era appena partita la gara della 250 del Gran Premio delle Nazioni, la prova italiana del motomondiale di velocità. Cosa ricorda di quel giorno? «Trent' anni fa io ho perso un grande amico e il motociclismo uno dei più grandi piloti della storia. Jarno era un professionista esemplare e un uomo che viveva con il culto della velocità». Quando e dove vi eravate conosciuti? «In Inghilterra, a Brands Hatch nel ' 69. Io avevo lavorato con le Yamaha private di Phil Read e Bill Ivy. Era inevitabile entrare in collisione con Read: a metà stagione, in Belgio, a Francorchamps, litigammo e fu divorzio. Lavorare con Ivy era veramente un piacere. A quell' epoca Jarno faceva tutto da solo: correva e si aggiustava la moto. Gli era a fianco soltanto la moglie, Soili, con cui viveva in roulotte. Non avevano figli. Erano una coppia felice, che viveva per le corse. Jarno era meticolosissimo e non lasciava nulla al caso. Era ingegnere e ci metteva una grande passione nel preparare la moto. Ci scambiavamo spesso consigli. Diventammo amici e quando la Yamaha lo ingaggiò come pilota ufficiale Jarno mi volle al suo fianco. Divenne pilota di un costruttore impegnato nella 250 e nella 500, con un meccanico ed un ingegnere giapponesi per ogni moto. Un lusso rispetto al passato. Jarno non era soltanto un pilota ed i suoi appunti per la messa a punto erano fondamentali. Diventai responsabile della 500, 4 cilindri a 2 tempi». L' incidente, in cui persero la vita Pasolini e Saarinen, ha dato vita ad anni di polemiche. Si parlò di olio sull' asfalto della Curva Grande di Monza oppure del grippaggio di alcune moto. Lei che cosa ne sa? «All' epoca si parlò molto dell' ipotesi di olio lasciato sulla pista nella gara precedente dalla Benelli di Walter Villa. Io lo escludo perché sarebbe stato logico vedere subito qualche caduta. Quando arrivai sul luogo dell' incidente, non notai macchie o strisce d' olio che i commissari avrebbero dovuto segnalare e ripulire in precedenza. In realtà all' origine di quell' incidente c' era il grippaggio della Harley Davidson di Renzo Pasolini, un pilota che si era costruito da solo, veloce, simpatico, con il quale era possibile avere un buon rapporto. Una settimana dopo quell' incidente, tornai a Monza e smontai il motore della Yamaha di Jarno: non trovai nessun grippaggio». Che cosa fece dopo l' incidente? «La Yamaha mi chiese di continuare con Lansivuori, fino alla fine della stagione, poi lasciai le corse, per progettare prima un tre cilindri 500 e poi un 350, che vinse come Yamaha il titolo mondiale con Katayama. Infine mister Arai, che avevo conosciuto tramite Jarno, mi disse di diventare l' importatore per l' Europa dei suoi caschi. Ora vendo i caschi Arai in 14 Paesi. Nel 2002, ne ho venduti oltre 200 mila pezzi dalla base di Hoevelaken, periferia di Amsterdam». Qual è la differenza maggiore fra le corse di trent' anni fa e quelle di oggi? «E' cambiato tutto. Se guardo al passato, penso a grandissimi campioni come Mike Hailwood. Mike partecipava anche a quattro gare in un giorno: 125, 250,. 350 e 500 con moto a 2 e 4 tempi. Saliva sulla moto ed andava a «manetta», vincendo spesso e su tutte le piste del mondo, Tourist Trophy compreso. Quando la corsa finiva, faceva festa assieme ai meccanici e agli amici». Quale è il miglior pilota nel motomondiale? «E' evidente che non ho più la confidenza o il rapporto di un tempo con questo mondo. Ho sicuramente molta stima per un talento naturale come quello di Valentino Rossi. Mi pare che abbia tutte le caratteristiche di un grande come Hailwood, perché ha guidato e si è imposto in tutte le cilindrate, grazie ad un talento naturale. Lo stesso che aveva Jarno. Sono grandi campioni, ai quali tutto viene naturale, capaci di ottenere tempo, con grande facilità. E hanno carisma. Figure che pesano. Quando Jarno, che era abbastanza un taciturno, parlava, tutti erano pronti ad ascoltarlo per cercare di strappargli qualche segreto delle sue grandi prestazioni in pista». Giancarlo Falletti
Falletti Giancarlo

#7 castigamatti

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Inviato 29 May 2014 - 20:34

Io sapevo che fosse stato il motore di Pasolini a grippare: l'Aermacchi HD aveva portato un nuovo motore raffreddato ad acqua, ma senza retroazione sulla pompa.

A Monza, in fondo al rettilineo, c'è la curva Biassono (detta "curvone grande") che ai tempi era in mezzo agli alberi.

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^^Curva Biassono (fonte: http://www.renzopasolini.com/)^^

Subito dopo la partenza, con il motore relativamente freddo, la moto è entrata in questa zona d'ombra: l'improvviso abbassamento della temperatura, con la pompa dell'acqua che continuava a lavorare, fece inchiodare i pistoni.
La ruota si bloccò e Pasolini venne disarcionato dalla moto, la quale ribalzò sul guard-rail e colpì Saarinen sul volto, che nel frattempo si era rialzato dalla posizione aerodinamica.

Poi il resto della storia la conoscete...

PS: scusate, ho corretto perché mi sono accorto di aver scritto con un italiano pessimo

Messaggio modificato da castigamatti il 01 June 2014 - 15:40

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#8 castigamatti

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Inviato 01 June 2014 - 15:59

Su internet ho trovato un'incredibile intervista a Mario Lega, che fu testimone oculare dell'incidente, che smentisce l'ipotesi del grippaggio dell'Aermacchi HD di Pasolini.

Citazione

Mario Lega (Lugo, 20 febbraio 1949) è un pilota motociclistico italiano
[...] Nel 1973 il centauro romagnolo venne ingaggiato dalla scuderia Diemme.
[...] 1977, anno in cui venne ingaggiato dalla Morbidelli per sostituire Paolo Pileri, infortunatosi al GP d'Austria. Il contratto con il costruttore pesarese era inizialmente per sole tre gare (Nazioni, Francia e Spagna), ma venne prolungato grazie ai buoni risultati di Lega, issatosi in vetta alla classifica della 250. Il buon momento venne confermato in Jugoslavia, dove il romagnolo vinse il GP. Grazie anche ai piazzamenti a podio ottenuti in Belgio, Svezia e Cecoslovacchia, Lega divenne Campione del Mondo della quarto di litro. Il 1977 fu anche l'anno del secondo titolo italiano della 350.
[...] Nel 1979 Lega corse nel Campionato Europeo Endurance, in coppia con Victor Palomo su una Ducati, ottenendo l'8º posto nella classifica finale. A fine stagione si ritirò dalle corse, continuando l'attività (mai interrotta neanche durante l'impegno come pilota ufficiale Morbidelli) di operatore SIP.

Fonte: Wikipedia.org (http://it.wikipedia....wiki/Mario_Lega)

Citazione

Testimonianza di Mario Lega:
Mario Lega, quel 20 maggio del 1973 era alla sua terza gara Mondiale. Partito bene dalla seconda fila era arrivato al Curvone a ridosso di Braun, Pasolini, Saarinen e Kanaya. Per Lega la causa dell’incidente non è da addebitarsi al grippaggio della moto di “Paso” o all’olio in pista, bensì alla perdita di aderenza della ruota anteriore. Mario Lega da Lugo, di anni 53 è stato Campione del mondo della classe 250 nel ’77. Fino a oggi il campione romagnolo non è apparso più di tanto nella storiografia ufficiale legata a quella giornata nera. “Rimasi in disparte perché in fondo mi trovavo nel ruolo dell’ultimo arrivato. Ma quel giorno ero lì, a pochi metri da Pasolini e Saarinen, sul filo dei 200 km/ h, e vidi tutto”.
Ecco, 30 anni dopo, il racconto della sua allucinante esperienza.
“Doveva essere una bellissima giornata, quella. Ero in sella alla Yamaha 250 della Scuderia Diemme e tutto stava girando magnificamente. Per me era il terzo GP della carriera: avevo debuttato nel Circus l’anno prima a Imola e poi nel ’73 avevo iniziato la stagione al Nürburging. Ma torniamo a Monza. Il venerdì, giorno della prima sessione, pioveva che Dio la mandava: in pista eravamo talmente tanti che fu necessario dividerci in 2 batterie e io, il novellino, fui il più veloce di tutti. Ero alle stelle. Il sabato ci qualificammo sull’asciutto [...] ero in seconda fila col cuore in tumulto. È la mia grande occasione, non posso sbagliare.” - "Ci avviamo a spinta e senza giro di ricognizione. Dieter Braun, il bestione tedesco alto quasi 2 metri, con le sue lunghe leve spinge la moto come una locomotiva e schizza in testa, poi ci sono Pasolini, partito bene, Saarinen e Kanaya. Subito dopo in scia ci sono io e dietro di me Gallina. Davanti a noi il Curvone, il mostro.” - "La Curva Grande di Monza non era una brutta bestia. Piuttosto per tutti noi rappresentava un problema psicologico. La fitta vegetazione ai bordi la faceva sembrare visivamente ben più stretta di quello che era e questo, sulle prime, metteva a disagio. Sapevi che dovevi tenere spalancato il gas, ma nello stesso tempo l’istinto di conservazione ti suggeriva di non farlo. Prendendo confidenza stabilivi i tuoi punti di riferimento e ti rendevi conto che si trattava filosoficamente e semplicemente di un pezzo di rettilineo che andava affrontato piegandosi, tutto lì. Una cosa facile e nello stesso tempo difficile: sembrava un budello stretto, poi un attimo dopo ci eri in mezzo a 200 km/h e ti pareva una strada larga come il deserto.”
Siamo nel gruppone e stai per riaffrontarla di nuovo, Mario. “Mi rendo conto che sto andando a mille e che ho la velocità per provare a bruciare Kanaya. Poi in un attimo penso: ma no, che cavolo vado a fare, lui è un pilota ufficiale, va a finire che poi mi ripassa subito, andiamo in bagarre e rovino tutto. No, non l’attacco, resto in scia e aspetto. Questo mi dico e faccio bene. Pelo leggermente il gas e mi riaccodo [...] è questo pensiero a salvarmi la vita. Perché un secondo dopo, in mezzo al Curvone, Renzo scivola via. In quei momenti si perde la dimensione delle cose, vivi tutto al rallentatore, l’attenzione seleziona i rumori, ti regala solo quelli importanti. Dopo aver sfiorato 2 metri scarsi di prato, la moto e Renzo s’infilano di punta sotto il guard-rail, mentre noi stiamo sopraggiungendo. Attenzione, però, è l’avantreno a scivolare, non il posteriore. È questo che innesca la caduta. Quindi chi dice che tutto accadde per un grippaggio ha torto. Se grippaggio ci fu, non fu quella la vera causa, perché la moto di Pasolini non fece alcuna virgola con la ruota posteriore ma partì davanti.” - “Dopo il tonfo, lo sbuffo delle balle di paglia: la moto rimbalza ma non rasoterra, no, vola a mezza altezza verso di noi. Io e Kanaya istintivamente facciamo per alzarci dalla carena proprio quando la moto di Renzo colpisce violentissimamente Jarno in faccia. Tengo la corda della curva e ci resto: in quei momenti la bravura è quella di non pinzare il freno. Non so come, ci riesco. Io e Kanaya ci apriamo a ventaglio, io a destra, lui a sinistra, con Gallina dietro di me, mentre alla spalla sinistra vengo colpito da alcuni detriti. Capisco al volo che Jarno è messo malissimo, ma in quel momento prevale l’istinto di inseguire Braun che sta davanti e sta tirando come un folle. Kanaya non c’è più: è caduto mentre si allargava dalla parte sbagliata. Primo giro: Braun è in testa davanti a me e Gallina. Sfrecciamo sul rettilineo principale e nessuno ci segnala niente anche se, vedendo il vuoto dietro di noi, realizziamo ben presto che deve essere accaduto qualcosa di gravissimo. Al Curvone c’è l’apocalisse. Corpi esanimi, relitti e detriti ovunque. Un silenzio agghiacciante, il gelo della tragedia. Ma, sempre per quel maledetto istinto, noi tre andiamo avanti facendo un prudente slalom. Quasi un altro giro di conserva, poi Dieter si gira, io mi alzo dalla carena, Gallina mi affianca e diciamo basta una volta per tutte. Di slancio arriviamo al Curvone per la terza volta e troviamo le ambulanze, il fuoco e stavolta la certezza di aver perso degli amici per sempre. Grant e Mortimer piangono, non meno di 15 piloti sono caduti e si sono fatti male. Vedo il casco bianco di Villa tra la paglia: sulle prime ci dicono che pure Walter è morto.”
Tra i reduci di quella corsa maledetta, si parla ancora oggi del «marchio di Monza ’73». Potresti spiegarci di cosa si tratta? “Vedi, Monza ’73 è strana, crudele, obliqua, doppia. I piloti che l’hanno vissuta si dividono in due gruppi: chi ha visto la dinamica dell’incidente, come me, è poi sfilato e non ha percepito in diretta nulla delle conseguenze; invece chi ha vissuto subito dopo sulla sua pelle le conseguenze, l’ha fatto senza neppure rendersene conto dell’innesco. Così i primi hanno visto tutto ma non hanno fatto in tempo ad aver paura, gli altri hanno vissuto il terrore senza sapere perché. Tutti noi reduci di Monza abbiamo subìto troppo, ma allo stesso tempo sentiamo che ci manca qualcosa dell’interezza di ciò che accadde, chi prima e chi dopo. È questo, forse, il marchio di Monza.”
C’è qualche altra cosa che ti è restata nella memoria dell’immediato dopo gara. “Sì, una cosa molto brutta, anzi, il peggior ricordo che ho delle corse. Il volto della compagna di Jarno che chiedeva notizie. Aveva un’espressione indefinibile, una sorta di disegno fisiognomico complesso, composto da due sensazioni: la certezza che fosse accaduto qualcosa di irreparabile frammista alla speranza, di essersi sbagliata. Purtroppo non si stava sbagliando.”

Fonte: Dream Bradipo Racing Team Forum (http://www.dbrtforum...ts.asp?TID=2275)

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#9 a7n8x

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Inviato 01 June 2014 - 16:32

In realtà ancora non si sa di preciso, ma il grippaggio c'era ed è l'ipotesi più accreditata.
Non si effettuano consulenze private.
Questa CITAZIONE ispira sia la politica che il commercio (Joseph Goebbels ministro della propaganda di Adolf Hitler):
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#10 a7n8x

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Inviato 01 June 2014 - 17:16

Ho trovato qualcosa che mette più chiarezza, articolo del corriere con dichiarazioni di Ferry Browuer meccanico di jarno e che nega l'olio in pista, sul libro di Renzo Pasolini viene riportata la perizia che ha escluso l'ipotesi d'olio in pista e confermato il grippaggio per motore freddo.
Non si effettuano consulenze private.
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#11 castigamatti

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Inviato 01 June 2014 - 19:18

Visualizza Messaggioa7n8x, il 01 June 2014 - 16:32, ha scritto:

In realtà ancora non si sa di preciso, ma il grippaggio c'era ed è l'ipotesi più accreditata.

Visualizza Messaggioa7n8x, il 01 June 2014 - 17:16, ha scritto:

Anch'io sapevo questa notizia. L'intervista a Ferry Browuer l'aveva riportata DeLaval sopra.
Nel libro "Renzo Pasolini", di cui hai riportato il link, proprio nelle pagine successive alla perizia tecnica dell'ingegner Colombo, c'è la contro tesi di Gilberto Milani (pagine 102 e 103), il quale afferma che la grippata avvenne dopo e che i segni sulla moto (sia carene che pneumatici) siano da addebitarsi alla carambola.
Inoltre Mario Lega afferma con decisione che Pasolini abbia perso l'anteriore, non il posteriore.
Come minimo, il dubbio sorge...

Nessuno sa con certezza quale sia stata la causa dell'incidente, ma non vorrei che la perizia tecnica sia stata influenzata dalla volontà di coprire alcune "azioni opinabili" nella gestione delle gare: nella 350 (che si disputò prima della 250) i commissari di pista non fermarono la Benelli di Walter Villa che perdeva olio sulla pista; nella 250 non venne fatto il giro di riscaldamento perché si era in ritardo, impedendo così sia di scaldare i motori sia di verificare le condizioni del tracciato.

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#12 a7n8x

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Inviato 01 June 2014 - 19:55

La "controtesi" di Milani è un po' debole (vuole dare la colpa a Jarno Saarinen con un presunto contatto) oltre al fatto che evidenzia un comportamento generale sbagliato (non in sicurezza e pressapochista) della squadra.

Se si legge per intero la perizia, questa analizza nel dettaglio tutto, mancano i segni della presenza d'olio in pista (cosa confermato anche dalle dichiarazioni del meccanico postate da de laval e me), la ruota ha segni di bloccaggio e bave durante la caduta (ruota ferma).

Non ho trovato il video dell'incidente, ma qui vengono riportati i contenuti.

La causa è data quindi da questo grippaggio, che poi questo problema sia stato accentuato da comportamenti errati è sicuramente importante, ma non si possono imputare con certezza.

Ho notato che non tutte le pagine sono disponibile, il libro si può leggere per intero qui

Messaggio modificato da a7n8x il 01 June 2014 - 20:02

Non si effettuano consulenze private.
Questa CITAZIONE ispira sia la politica che il commercio (Joseph Goebbels ministro della propaganda di Adolf Hitler):
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#13 de laval

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Inviato 02 June 2014 - 08:14

A distanza di 41 anni non ha piu' importanza sapere come é successo.Lega mi confermo' personalmente che Paso perse l'anteriore, ma potrebbe essere stato concomitante con il grippaggio.L'unica cosa importante é che quel 20 maggio é cambiato il Motociclismo.......

#14 castigamatti

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Inviato 20 May 2015 - 19:06

Anche oggi un pensiero va a Paso ed a Jarno...




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#15 de laval

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Inviato 19 May 2018 - 16:58

20 maggio 1973........20 maggio 2018. Sono passati 45 anni, mi sembra ieri. Ciao Jarno.





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