aran, il Sep 20 2008, 11:02 PM, ha scritto:
quando una marmitta risuona, sostanzialmente vibra. Un onda non e' niente di piu' che vibrazioni trasmesse all'aria. Piu' la marmitta vibra e migliori sono i rendimenti. Se il carbonio e' usato per fare le casse acustiche,( premesso che a parte quelle da mercato da 10 euro in vetroresina, io non ne ho mai viste.) non funziona propio per quel motivo. Una cassa acustica puoi farla in cemento e funziona benissimo. una marmitta no! perche' deve vibrare. il motore deve pulsare, e questa pulsazione e' data anche dalla vibrazione della marmitta. E' per questo che neanche con i calcoli piu' complessi si riesce a simulare cosa accade su un espansione. Ma per fare queste considerazioni non bisogna essere dei geni, avete mai provato a saldare su un espansione buona una lamiera per irrigidirla? provate per capire. Del resto, il 4t e' per ingegneri, il 2t per stregoni.
il carbonio non viene usato per fare le CASSE, ma viene utilizzato nelle membrane che si muovono e che producono il suono.
il principio di funzionamento dello scarico non si basa assolutamente sul fatto che lo scarico vibri, anzi... qualsiasi vibrazione che trasmetti allo scarico è energia persa, quindi da questo punto di vista c'è solo una perdita.
un altro conto è riuscire a sfruttare queste vibrazioni per non perdere energia e anzi, recuperarne qualcosa, ma si parla comunque di piccole frazioni, il grosso del lavoro lo fa la forma dello scarico, si parla proprio di ordini di grandezza diversi, questo credo sia ben intuitivo (o almeno, questo è quello che interpreto io,ma se avete altre idee dite pure
siamo qua per discutere)
se come dici te lo scarico deve vibrare e suonare, allora perchè -come dice komododragon- facciamole in bronzo fosfato no?
l'unico modo per giungere a delle conclusioni è cercare di capire come interferisca la "vibrazione" del materiale, con le onde sonore... e come le sue proprietà influiscano su queste vibrazioni.
prendiamo per esempio un cono, quello di espansione e o il controcono è indifferente, ma per il controcono la questione è più semplice in quanto l'onda si deve solo riflettere
quando la perturbazione (onda sonora) raggiunge il cono -come ben dovremmo sapere- si riflette e si rifrange, ovvero una parte torna indietro e una parte continua nel mezzo.
da questo punto di vista eliminare la rifrazione significa far riflettere completamente l'onda, quindi ottenere risultati migliori.
l'onda sonora non è altro che una perturbazione della pressione, ovvero una zona dove la pressioone è maggiore o minore dell'ambiente e che si muove appunto alla velocità del suono.
quando si "scontra" contro una superficie solida dicevamo che in parte si riflette e in parte continua a propagarsi all'interno del materiale.
il materiale meccanicamente parlando "risponde" alla perturbazione deformandosi, in trazione quando -nell'esempio del controcono- arriva l'onda ad "alta"pressione, quindi allungandosi ed "espandendosi", e tornando in posizione iniziale quando l'onda è passata (e nel caso in cui arrivino onde di intensità negativa, si comprimerebbe)
la deformazione del materiale dipende dal suo modulo di young e dallo spessore (oltre che naturalmente dalla superficie totale, visto che si sta parlando di sforzi di pressione)
il fatto che il materiale si deformi,significa che accumula energia presa dall'onda, per poi restituirla in un secondo momento (per l'elasticità del materiale) ovvero quando l'onda di pressione diminuisce di intensità, ovvero quando l'onda ha passato il suo massimo e sta tornando indietro.
quindi se un onda è simmetrica il risultato è che l'onda riflessa sarà meno intensa all'inizio e più intensa alla fine, rispetto all'"originale".
si può goicare su questo aspetto cambiando il materiale o gli spessori o entrambe.
come influenza la velocità di propagazione del suono nel materiale?
questa dipende direttamente dal modulo di young (radice di : modulodiY/densitàmateriale)
ma non vedo come questo possa influire concretamente sul problema...
l'unica variabile che mi viene in mente è che l'onda rifratta nel materiale si muoverà a quella velocità, creando variazioni di pressione su entrambe i lati dell'espansione (interno ed esterno) che contradditinguono un andamento di tipo "erbetta" dell'intensità dell'onda, con variazioni piccole e trascurabili, oltre che in alta frequenza
P.S. la conclusione di questo ragionamento è che la differenza tra uno scarico in metallo e uno in carbonio è nulla, basta solo dimensionare adeguadatamente le pareti per ottenere gli stessi effetti.
poi c'è da vedere chiaramente che la cosa sia fattibile, non c'è dubbio su questo.
va inoltre aggiunto che il carbonio non è un materiale isotropo e questo può dare dei problemi, ma in base alle mie poche conoscenze non saprei dire come, e quindi procederei allo sviluppo mediante metodi empirici
Messaggio modificato da AndreaNSR125 il 21 September 2008 - 12:49